Il legame tra cibo e territorio risale al momento in cui l’uomo ha messo piede sulla Terra, nel momento in cui doveva decidere se mangiare o essere mangiato, sopravvivere o morire. E proprio per la sua forte connotazione territoriale, il fattore “cibo” costituisce una forte differenza tra gruppi culturali, strati sociali e religioni, distinguendo il “noi” dagli “altri”. Una testimonianza ne è il fatto che, in passato, le popolazioni esotiche venivano definite “cannibale”, attribuendole un appellativo dispregiativo attribuito dagli Europei solo perché mangiavano qualcosa per loro ripugnante.

In passato, come nel presente, il cibo rappresenta una forte leva nella convivenza globale. L’alimentazione può essere utilizzata per abbattere o innalzare barriere ideologiche e culturali, ma è anche uno strumento di interculturalità e di identità etnica.

Con i termini “tradizioni alimentari” ci si riferisce a prodotti e ricette strettamente legate al contesto geografico in cui l’essere umano ha vissuto. Gli studiosi l’hanno addirittura definito “mangiare geografico” (Montanari M. Capatti A., Montanari M., “La cucina italiana”, 1999).

La particolarità delle ricette però sembra ricevere un valore aggiunto nel momento in cui si contamina con altre culture.

“Ogni tradizione, infatti, è il frutto – sempre provvisorio –

di una serie di innovazioni e dell’assestamento che

esse hanno indotto nella cultura che le ha accolte”(cit.)

Non possiamo non partire dal melting pot di culture e gastronomico che ha influenzato la tavola italiana: la dieta Mediterranea. Il Mar Mediterraneo deve essere considerato come un ponte culturale, in grado di mettere in contatto le popolazioni. I romani furono i primi ad imporsi sul controllo di questo importante bacino, diffondendo anche le loro abitudini. Al Pane, al Vino e all’Olio si sono aggiunti i prodotti arrivati insieme alle attività delle popolazioni germaniche, come la caccia, la pastorizia e la raccolta.

Dieta mediterranea

Le nuove tecniche di produzione provenienti dal mondo islamico hanno comportato l’introduzione di nuovi alimenti vegetali come lo zucchero di canna, il riso, la melanzana e le spezie. Se si aggiungono i prodotti esotici come il pomodoro, la patata, il mais ed il peperoncino, il Mediterraneo si arricchisce di nuovi sapori e prodotti che hanno reso uniche le nostre ricette.

Nel giugno 2008 il Senato della Repubblica Italiana, ha reso possibile l’introduzione della dieta Mediterranea nella lista del Patrimonio Culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco; sottolineando che “l’alimentazione rappresenta un terreno d’incontro, di dialogo, di scambio e di sviluppo, determinante per l’importanza culturale ed economica che riveste in ogni singola Regione del mondo, nel percorso storico dell’alimentazione mondiale”,.

La dieta mediterranea è una “risorsa di sviluppo sostenibile

molto importante per tutti i Paesi

che si affacciano sul bacino del Mediterraneo“

Come la storia ha anticipato, ogni ricetta ha salde radici nella tradizione locale, ogni regione ha le sue specialità, ogni regione ha le sue tradizioni, ogni regione ha i suoi prodotti. L’autenticità del made in Italy ha salde radici nella diversificazione dei prodotti locali ed è per questo apprezzato in tutto il mondo.

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