Esportare in Cina: l’Italia che conta nel mercato asiatico
La Cina tra i Paesi emergenti è quello in cui più elevata è la domanda dei prodotti italiani.
Basti pensare che, dall’inizio della crisi economica nel 2008, le esportazioni in Cina sono cresciute del 300%, un vero e proprio supporto alle imprese italiane. In base agli studi Coldiretti i prodotti maggiormente venduti sono vini, spumanti, ortofrutta, pasta, olio, caffè e formaggi.
Per avere un canale di export privilegiato è possibile approfittare del Parco delle Eccellenze Italiane ( l’anteprima inaugurale si è svolta il 18 dicembre del 2015), uno spazio espositivo che si propone  di diventare un punto di riferimento importante per l’economia cinese.
Si trova a Hangzhou che dista un’ora e mezza da Shanghai, l’area espositiva è di 84.000 mq dedicati tutti ai prodotti italiani e il bacino di utenza atteso è di 100.000 milioni di persone. Una vetrina di cui è facile intuire le potenzialità e anche le possibilità di crescita in futuro.
Questa iniziativa può essere un’opportunità per tutti coloro vogliono espandere il loro mercato ed andare incontro alla forte richiesta di prodotti italiani.
Oltre ai vantaggi in termini di esportazioni e quindi maggiori entrate, esportare al Parco delle Eccellenze comporta anche vantaggi doganali grazie ad un corridoio privilegiato ed uno stoccaggio taxfree.
Perché proprio la Cina? Questa la domanda che negli ultimi tempi campeggia, quasi provocatoria, nel mondo del commercio internazionale.
La risposta è abbastanza semplice ed intuitiva: si tratta di un mercato in forte espansione con una classe borghese di nuova generazione ed amplia che ama lo stile di vita italiano e i prodotti di qualità e, di conseguenza, ha una buona domanda soprattutto sull’enogastronomia del Bel Paese conosciuta in tutto il mondo per l’elevata qualità . La nuova borghesia per accedere al made in Italy, è anche disposta a pagare prezzi più elevati rispetto a quelli dei prodotti cinesi.
L’area del Parco delle Eccellenze italiane non si limita ad essere uno spazio espositivo, ma prevede anche un marketing adeguato volto a trovare altri clienti che magari non conoscono i prodotti italiani, ma che raggiunti da informazioni pubblicitarie possono essere incuriositi e quindi iniziare a comprare italiano.