A gennaio 2016 il presidente della repubblica islamica Hassan Rohani ha fatto visita all’Italia, ricambiata in seguito dallo stesso Renzi, dove sono stati siglati importanti accordi commerciali per investimenti estremamente interessanti.

Dopo la fine dell’embargo americano l’Iran si è affrettato a ripristinare i rapporti con l’intera Europa, manifestando un chiaro interesse privilegiato per le più importanti aziende italiane, ma anche per le piccole e medie imprese che godranno dell’indotto generato dagli stessi investimenti.

Tra i comparti che beneficeranno degli accordi commerciali con l’Italia ci sono il settore ferroviario e quello petrolchimico.

L’alta velocità in Iran

Una delle commesse più interessanti diretta all’Italia è quella per la costruzione di una rete dell’alta velocità in territorio iraniano per l’ammodernamento delle vie di comunicazione su strada ferrata del paese.

L’obiettivo è portare la stessa rete ferroviaria dagli attuali 10 mila km a 25 mila km.

I lavori sono già stati avviati per circa 7500 km, ma di quelli che mancano se ne occuperà proprio il nostro paese grazie agli accordi tra il ministro del Rio e il suo corrispondente iraniano.

Alle Ferrovie dello Stato è stata affidata la leadership confermata anche dalla visita dello stesso Ad di Fs Renato Mazzoncini a febbraio.

Alle Fs saranno affidati i progetti, la costruzione e l’avvio dell’alta velocità tra la capitale Teheran con le città di Hamadan e di Arak-Qom, una tratta di circa 400 km.

Altre società partner del gruppo Fs come Italcertifer si occuperanno della parte infrastrutturale e delle prove.

Il progetto è così importante che anche la Rai lo seguirà per realizzarne un docu-film e dei servizi dedicati.

Infine l’Italia istruirà anche il personale ferroviario iraniano per quando la linea sarà operativa.

Eni e Saipem per gas e brent

L’Eni insieme alla Saipem sono state assicurate sul recupero dei crediti vantati per la costruzione di impianti petrolchimici che risalgono ormai a circa 25 anni fa e che si aggirano intorno a 800 milioni di dollari.

Per le perforazioni invece hanno di fronte agguerriti competitor come la Lukoil rissa, la Total francese e la Cepsa spagnola.

Saipem però ha dalla sua parte degli accordi di cooperazione possibile per investimenti che si aggirano sui 4 miliardi per la costruzione di impianti di estrazione sia di gas che di brent. Intanto l’Isotta Fraschini con un investimento iraniano di 400 milioni costruirà propulsori marini e i locomotori per le ferrovie, mentre Atr, società aeronautica di Finmeccanica, fornirà 20 Atr 72-600 e altri 20 possibili in futuro.

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