Google promuove il Made in Italy dandogli una vetrina internazionale.

Dallo scorso gennaio, infatti, è online la piattaforma ideata dal Google Cultural Institute e appoggiata dal Ministero per le Politiche Agricole che si può raggiungere tramite questo indirizzo: google.it/madeinitaly. All’interno della piattaforma vengono promossi in maniera gratuita i prodotti “Igp” e “Dop” realizzati in Italia, sfruttando in modo particolare la capillarità della rete per aumentare la visibilità del “Made in Italy”.

Lo spazio web su Google è stato creato in contemporanea ad un altro progetto, denominato “Made in Italy: eccellenze in digitale” che vede fra i propri promotori l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e “Unioncamere”. Si tratta di un’altra piattaforma che coinvolge un centinaio di filiere produttive del settore agroalimentare e dell’artigianato e 47 distretti a livello nazionale.

L’intento è quello di far conoscere gli oltre 260 prodotti tipici della produzione italiana, dato che solamente la metà di questi sono noti nel resto del mondo:ecco spiegata, dunque, la necessità di uno spazio che possa portare all’attenzione della realtà globale anche quei prodotti che finora non hanno ottenuto il giusto riconoscimento.

Il sito è disponibile sia in lingua italiana che in inglese e propone diversi percorsi narrativi, che comprendono la storia personale dei diversi artigiani che vogliono presentare i loro prodotti e le tecniche di lavorazione utilizzate.

Nello spazio che Google ha dedicato al “Made in Italy” si possono trovare alcune eccellenze già conosciute, come ad esempio Grana Padano, Prosciutto di San Daniele e Parmigiano Reggiano, accanto a prodotti meno noti, quali la carota novella di Ispica, il merletto di Ascoli o la fisarmonica di Vercelli.

La promozione a livello internazionale, però, non è l’unico obiettivo che il Ministero per le Politiche Agricole persegue dato che l’intento è anche quello di combattere la contraffazione e la speranza è che la vetrina progettata da Google si riveli un’arma efficace in tal senso, in grado di contrastare marchi falsi e imitazioni che il nostro Paese paga a carissimo prezzo, quantificabile in circa 60 miliardi di euro ogni anno.

Il progetto, inoltre, vuole essere una risposta a quelle che sono le richieste da parte degli utenti che navigano in rete, certificate dai numeri: nel corso del 2013 le ricerche sui search engines collegate al “Made in Italy” hanno visto un aumento del 12%, e l’agroalimentare è stato proprio il settore più cercato dopo la moda. La piattaforma su Google nasce dunque per soddisfare la voglia di “Made in Italy” mostrata dalla rete.

Già da molto tempo diverse aziende hanno scommesso sull’importanza di esportare il Made In Italy all’estero: l’attenzione di Google sembra, di fatti, confermare questo trend in costante crescita.

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